Valentina Sommariva
Modalità zoom
È così che la fotografa VALENTINA SOMMARIVA definisce quello stato di massima attenzione ai dettagli in cui entra quando scatta. E che, dice, la renda autentica in ciò che fa.
di Cristina Manfredi

Ha 32 anni, a Milano ci è nata ed è lì che ha costruito una fitta rete di collaborazioni con importanti magazine italiani e internazionali per cui scatta ritratti, interni di case, ma anche servizi di moda.
«Sul set sono veloce, leggera e super attenta, è come se nella mia testa si attivasse una modalità zoom che mi fa mettere a fuoco anche gli aspetti più secondari di uno shooting».
Una caratteristica questa che Valentina non ritiene affatto tecnica, ma che a suo parere definisce a fondo l’autenticità del proprio lavoro.
Perché una metodica così precisa rende una fotografa vera in quello che fa?
«Quando mantieni alto il livello di concentrazione su tutti i particolari di una immagine, vuol dire che non dai niente per scontato, che non hai pregiudizi su come dovrebbero essere le cose.
E di conseguenza il tuo sguardo è autentico. La fotografia ti insegna che non esiste una sola verità».
E invece chi è davvero credibile quando si pone davanti al tuo obiettivo?
«Chiunque abbia voglia di sperimentare, di giocare. Lo scoppio di una risata è un modo fantastico per esplorare chi stai ritraendo in quel momento.
E poi è una questione di luce, non quella che posso creare io, ma quando la trovo in uno sguardo, in un sorriso. Questo è un mestiere che vive della voglia di illuminarsi a vicenda».
Qual è stata la scelta più coerente che hai fatto nella tua carriera?
«Quando ho deciso che non volevo più imparare lo stile di un altro e che dovevo essere io a fare le cose in prima persona, perché è il metodo migliore per crescere. Anche il fatto di assumersi delle responsabilità dirette con il cliente è importante e mi ha aiutata a scoprire la mia cifra di stile».


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«Quando mantieni alto il livello di concentrazione su tutti i particolari di una immagine, vuol dire che non hai pregiudizi. E di conseguenza il tuo sguardo è autentico».
«Fare le cose in prima persona è il metodo migliore per imparare. Mi sono assunta le mie responsabilità, anche davanti a un cliente e ho scoperto il mio stile».
«La luce è tutto, non quella che posso creare io, ma quando la trovo in uno sguardo, in un sorriso. Questo un mestiere vive della voglia di illuminarsi a vicenda»